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Martina Melilli (1987) is an Italian multidisciplinary artist, director and cultural practitioner.
Her work is research oriented and inspired by an anthropological and documentary approach, often in dialogue with the archival practices. It explores sociopolitical issues tackling the notions of memory, Hi-story, individual and collective imageries and imagination as starting points for an investigation that aims to imagine new possible and desirable futures. She delves into the fractures of identity and culture, inquiring how they inform people’s body and its movements. Even when the core topic of her projects is not explicitly related to postcolonial studies, she always tries to activate a decolonialistic and feminist approach in her work, focusing on the practices of care and education. She believes in projects enhanced by relational dynamics and often uses her personal experiences and encounters as a starting point for creating work. The collaborations with individuals and experts time to time working with her shape mostly into films, photographic projects, texts, installations, performances.
Melilli obtained an MA in Visual Arts at IUAV Venice University (I) and studied documentary and experimental cinema at Luca School of Arts, Brussels (BE). In Brussels in 2015 Melilli is part of the post-academic studies platform SIC Sound Image Culture.
Her short films have been selected at the International Film Festival Rotterdam, Ji.hlava IDFF, CineMigrante, DocuTIFF, Lago Film Festival, Filmmaker Film Festival, Milano Film Festival, among others. Her work have been exhibited in venues such as Palazzo Strozzi (Florence), PAC (Milan), GAM (Rome), Spazio Labò (Bologna). She’s the winner od 2017 edition of Artevisione, a project supporting young Italian artists, curated by SkyArte and Careof, with the film MUM, I’M SORRY, later acquired by the Museo del Novecento, Milan. She is part of 2018 edition of VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, and the connected exhibition European Identities: New Geographies in Artists’ Film and Video curated by Leonardo Bigazzi for Lo Schermo dell’Arte. In 2019 she’s included in the selection of Ekrani i Artit festival, Scutari (AL) and Vista d’Arte, curated by Da Luz Collectiv, in Lisbon. My home, in Libya is her first creative documentary. It’s produced by Stefilm International, ZDF/ARTE, RAI Cinema, with the support of the Italian National Film Fund, which also recognized it of being of cultural interest, receiving also the Solinas development bursary. The film had its world premiere at Locarno Film Festival in the summer of 2018, and then travelled to Chicago IFF, DOK Leipzig, and many others, winning prizes and special mentions. At Trieste FF it won the Corso Salani Prize. Between 2019 and 2020 Melilli collaborates with Playboy Italia magazine, for which she created and curates the column CORPO A CORPO | Bodily Conversations. Since 2020 she collaborates with the Nuovo Cineforum Rovereto association and curate the artistic co-direction of the multidisciplinary festival Osvaldo. In 2020 she realizes the short film Assembramento as part of the collective film project Le storie che saremo, and is shortlisted for the emerging art prize Fondazione Francesco Fabbri, receiving the jury special mention for the work Un abbraccio, . In 2022 Melilli is selected as participant of the Berlinale Talents. She leads workshops, lectures and talks at numerous Italian and international institutions.
Martina Melilli (1987) è un’artista multidisciplinare, regista e organizzatrice culturale.
La sua opera è ispirata da ricerche di natura antropologica e documentaria, spesso in dialogo con le pratiche d’archivio. Esplora tematiche sociopolitiche interrogando le nozioni di memoria, storia, gli immaginari individuali e collettivi come punto di partenza per un’indagine che tenta di immaginare nuovi possibili e desiderabili futuri. Si inoltra nelle fratture delle identità e della cultura indagando come incidono sul corpo delle persone e sui suoi movimenti. Anche quando il tema dei progetti non è esplicitamente connesso a tematiche postcoloniali, Melilli cerca sempre di attivare nel suo lavoro un approccio decolonialistico e femminista, focalizzandosi sulle pratiche della cura e dell’educazione. Crede nei progetti che si nutrono di dinamiche relazionali: spesso utilizza le sue esperienze personali e gli incontri come punto di partenza per la creazione del suo lavoro. Dalle collaborazioni con le persone e gli esperti che di volta in volta la accompagnano nascono principalmente film, progetti fotografici, installazioni, testi, performance.
Laureata in Progettazione e Produzione delle Arti Visive (IUAV), Melilli ha studiato cinema documentario e sperimentale alla LUCA School of Arts di Bruxelles. A Bruxelles nel 2015 prende parte alla piattaforma di studi post-accademici SIC (SoundImageCulture).
I suoi cortometraggi vengono selezionati, tra gli altri, all’International Rotterdam Film Festival, Ji.hlava IDFF, CineMigrante, DocuTIFF, Lago Film Festival, Filmmaker Film Festival, Milano Film Festival. Il suo lavoro è stato esposto, tra le altre, in istituzioni come Palazzo Strozzi (Firenze), PAC (Milano), GAM (Roma), Spazio Labò (Bologna). È la vincitrice dell’edizione 2017 di Artevisione, progetto a sostegno dei giovani artisti a cura di Sky Academy e Careof, con il film MUM, I’M SORRY, poi parte della collezione del Museo del Novecento. È parte dell’edizione 2018 di VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, e della correlata mostra European Identities: New Geographies in Artists’ Film and Video a cura di Leonardo Bigazzi per il Festival Lo Schermo dell’arte. Nel 2019 è parte della selezioni di Ekrani i Artit festival, Scutari (AL) e Vista d’Arte, a cura di Da Luz Collectiv, a Lisbona. My home, in Libya, il suo primo documentario di creazione, è prodotto da Stefilm International, ZDF/ARTE, RAI Cinema, con il sostegno del MiBACT che l’ha anche riconosciuto di interesse culturale, e per il quale ha ricevuto una borsa di sviluppo dal Premio Solinas. Il film è stato presentato in prima mondiale al Festival di Locarno 2018, poi al Chicago IFF, DOK Leipzig, e molti altri, vincendo premi e menzioni speciali. Tra il 2019 e il 2020 Melilli collabora con la rivista Playboy Italia con la rubrica CORPO A CORPO | Bodily Conversations. Dal 2020 collabora con l’associazione Nuovo Cineforum Rovereto e cura la co-direzione artistica del festival multidisciplinare Osvaldo. Nel 2020 realizza il cortometraggio Assembramento, parte del film collettivo Le storie che saremo, presentato in anteprima all’interno del festival Archivio Aperto, ed è finalista del premio d’arte emergente Fondazione Francesco Fabbri, nel quale ha ricevuto la menzione della giuria per il lavoro Un abbraccio, . Nel 2022 è selezionata per Berlinale Talents. Conduce laboratori, lezioni e conferenze in numerose istituzioni italiane e internazionali.
I’m a member of AWI – Art Workers Italia, an autonomous and nonpartisan association of art workers, that I invite you to follow.
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