“New York, New York”

2013

20 c-prints on aluminium 45x45, artist book (in collaboration with Lidia Savioli)

I dreamt about New York for all my life. In the October 2012 I finally landed there for the first time. I wanted to frieze on film my first impressions of the city, with a disposable camera: no possibility of settings but framing and flash, no double exposure or possibility to retake the shot. I had 24 unique possibilities to select what makes this city such an extraordinary one, for me. Then, when I got the prints, I discovered I photographed nothing but clichés. My vision of it was absolutely influenced by the media, the tones of movies and tv-series watched in the years. A “first sight” of New York was not possible. The contemporary overflow of images pollute our first sights. By now, the first impressions are mediat(iz)ed.

Per tutta la vita ho sognato New York. Nell’ottobre del 2012 ci sono atterrata, per la prima volta. Volevo congelare sulla pellicola le prime impressioni della città dei miei sogni. Ho usato una macchina fotografica usa e getta: nessuna possibilità di regolazione, se non l’inquadratura e il flash; nessuna doppia esposizione possibile o possibilità di ri-scattare la foto. Avevo 24 possibilità uniche per selezionare quello che questa città ha per me di magico e straordinario. Quando poi ho stampato le foto ho scoperto però che non avevo riprodotto che dei clichés, essendo la mia visione assolutamente condizionata dai media, dalle tonnellate di film visti negli anni. Una “prima visione” di New York non era possibile. L’overflow contemporaneo di immagini contamina le nostre prime volte. I primi impatti sono oramai media(tizza)ti.